Abbiamo quindi visto insieme, in più volte, un servizio di Report che raccontava come la maggior parte dell'olio venduto dalle grandi marche sia un olio di scarsa qualità, proveniente da zone non meglio identificate dell'UE e anche da zone extra-UE.
Abbiamo capito che ci sono interessi lobbistici dietro al business dell'olio e che quindi per poterci difendere e acquistare un olio che sia di buona qualità, dobbiamo stare attenti soprattutto a due cose: il prezzo (che deve essere non troppo basso) e l'etichetta (che deve riportare la provenienza dell'olio).
Abbiamo concluso il nostro lavoro con una degustazione di olio. Ho portato a scuola due bottiglie d'olio, una acquistata in un negozio di specialità gastronomiche al prezzo di 13 euro a bottiglia, proveniente da coltivazioni biodinamiche della provincia di Frosinone, e una bottiglia di olio di una nota marca da supermercato, al costo di 3 euro a bottiglia.
Abbiamo giocato a fare i "sommelier": alcuni ragazzi sono stati bendati e ho fatto annusare loro i due tipi di olio, dopo averli versati in due distinte ciotoline. La cosa interessante è che in pochi hanno saputo riconoscere l'odore inconfondibile dell'olio di maggior qualità, segno questo che le aziende olearie lavorano anche sulla sofisticazione dell'odore.
Infine, abbiamo fatto una degustazione dell'olio buono, preparando una piccola merenda a base di pane di kamut biologico e un filo di questo preziosissimo liquido giallo!
Tutti siamo stati contenti, addirittura i ragazzi hanno intonato "BIS BIS" talmente la merenda era piaciuta! Ma ancor più soddisfacente è stato fare una lezione che avrà sicuramente delle ricadute sulla loro vita, perché è importante per i consumatori conoscere i prodotti che mangiano e sapere cosa scegliere.
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