Con grande tristezza, stamattina ci è toccato parlare della strage avvenuta l'altro ieri a Parigi, alla redazione di Charlie Hebdo, un giornale satirico che negli ultimi anni aveva pubblicato diverse vignette umoristiche su Maometto e l'Islam.

Il suo direttore, Stephane Charbonnier, in arte Charb, spiegò il suo punto di vista in un'intervista a Sky Tg24 qualche tempo fa, dicendo di preferire la morte ad una vita in ginocchio. Un fulgido esempio di come nella vita la libertà sia il bene più prezioso e di come esprimere la propria opinione sia un diritto imprescindibile dell'uomo, sancito anche da diverse costituzioni (nella nostra, ad esempio, è l'articolo 21 a garantire la libertà di espressione, di parola e di stampa).
In questa cartina viene mostrata la maggiore o minore libertà di stampa in tutti i Paesi del mondo. Ci sono alcuni Paesi in cui la libertà è massima, come ad esempio il Canada o l'Australia, altri in cui evidentemente non si possono esprimere liberamente le proprie opinioni, come in Cina o in molti Paesi del Medioriente. Una cartina che fa molto riflettere su quanto siamo fortunati, in fondo, a vivere in un Paese in cui non ci sono (troppe) manifeste censure alla libertà d'espressione.

La satira ha origini antichissime: nell'antica Grecia, infatti, negli agoni teatrali si rappresentavano, oltre alle tragedie, anche commedie e drammi satireschi, dal carattere mordace, che avevano la funzione di castigare ridendo mores (come diceva il poeta latino Orazio), ossia di sferzare e di denunciare in modo scherzoso i vizi e i difetti della società.
Pertanto la satira ha sempre avuto un altissimo valore, tanto che Giorgio Forattini, un grande vignettista italiano, dice che essa è la forma più alta di libertà e democrazia.
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