sabato 27 dicembre 2014

Gli strumenti del docente felice

Quest'anno ho deciso di rivoluzionare totalmente il mio modo di stare a scuola. Questo soprattutto grazie ad alcune letture fatte durante l'estate, in particolare "Homeschooling" di Erika Di Martino (qui trovate tutte le informazioni relative a questa coraggiosa scelta, il sito è gestito dalla stessa Erika) e "Basta compiti...non è così che si impara" di Maurizio Parodi. 

Ad ottobre il prof. Parodi, dirigente di Genova e autori di diversi saggi sulla scuola, ha aperto il gruppo Facebook "Basta compiti" e da subito sono stata una delle sue più appassionate sostenitrici. Cosa propugna il gruppo? L'abolizione dei compiti a casa, in quanto 

inutili per un apprendimento efficace, 
dannosi, poiché generano frustrazione e incomprensioni in famiglia
discriminanti, perché avvantaggiano gli studenti che hanno alle spalle una famiglia in grado di seguirli.

Grazie a questi libri, ho capito che era ora di cambiare il mio modo di insegnare e che dovevo aprirmi alle nuove tecnologie, molto utili per rendere proficuo il tempo trascorso in classe e per evitare di assegnare questi famigerati compiti a casa.

Un altro libro molto interessante che sto leggendo in questi giorni è "La classe capovolta" di Maurizio Maglioni e Fabio Biscaro, in cui si analizzano i vantaggi della flipped classroom. Su cosa si basa il flipped learning? Su un capovolgimento dei luoghi: la scuola non è più il luogo in cui si spiega, ma quello in cui si studia e si fanno i compiti, si fanno dibattiti e ci si confronta. Le spiegazioni si seguono invece a casa, tramite video postati dal docente su un sito...tipo questo!


Perciò quali sono gli strumenti indispensabili del docente felice?

1) EMPATIA: secondo me, è questo l'ingrediente fondamentale che ogni bravo insegnante dovrebbe possedere. Bisogna "sentire" la classe, le sue esigenze, le sue potenzialità. Non si può pensare di propinare a tutti la stessa lezione, ma bisogna inventarsi per ogni classe LA lezione su misura.

2) FLESSIBILITA': ma soprattutto, disponibilità al cambiamento. Non si può più dire "si è sempre insegnato così per secoli, perché dovremmo cambiare?". Ma perché non va più bene, ovvio! Le tecnologie hanno modificato immancabilmente i nostri processi cognitivi e ignorare questo significa fare una scuola paleolitica! Non ci lamentiamo se poi gli studenti ci odiano, odiano venire a scuola e soprattutto non imparano nulla dopo anni trascorsi tra le mura scolastiche. 

3) DIMESTICHEZZA CON LE NUOVE TECNOLOGIE: ormai elemento imprescindibile per essere un insegnante che vuole ottenere davvero il risultato di un apprendimento duraturo ed efficace.

4) COLLABORAZIONE: penso sia importante non considerare alunni e genitori come dei nemici, ma è fondamentale ricercare sempre la loro collaborazione per raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge. E' importante non arroccarsi su posizioni irremovibili ("IO sono l'insegnante, ciò che faccio è sicuramente giusto e decido IO cosa fare"), ma consultarsi sempre, aprirsi a nuove possibilità e studiare insieme ad alunni e genitori le soluzioni di volta in volta più adatte.

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